Come è necessario saper accogliere gli errori altrui,
perdonarli,
non farli scontare attimo dopo attimo
cavando la vita,
il gusto della vita!
Saper comprendere senza mortificare
correggere senza bastonare.
Forti e fermi ma anche dolci
capaci di “compassione”
cioè di quella rara virtù che è l’empatia,
il sentire con l’altro,
il compartecipare ai suoi sentimenti.
Stare a fianco sorreggendo,
aiutare senza umiliare,
senza pungere,
senza mortificare.
Non giova né a chi umilia né a chi è umiliato.
Anzi.
L’umiliazione scava solchi dentro l’anima,
e nel tempo si fanno sempre più profondi
e vi germinano rancore, rabbia, frustrazione
crescono come gramigna nel cuore
impediscono lo sviluppo rigoglioso dell’amore,
della dolcezza,
del perdono.
E’ un dono che ormai si sta perdendo
nessuno è più capace di perdonare di saper guardare oltre con gli occhi del cuore
Non si sa più se sarà possibile vivere con la consapevolezza del perdono
Sì, anch’io ritengo il perdono un dono di cui si sta perdendo il senso e la memoria. Ma è ben per questo che ho scritto.Perchè coltivo nel cuore la speranza che sia un dono da recuperare.
Quanti hanno sperimentato la negatività, nella propria vita, legata alla mancanza del perdono?
Forse la maggiore esperienza, la maggiore dolcezza si possono ricavare non tanto nel ricevere noi il perdono quanto nel nostro atto di perdonare.
Il perdono rompe muri rigidi costruiti nella convinzione che restare sulle proprie posizioni sia indice di forza.
In realtà quante energie costa conservare alta e dura quella cinta che tiene lontano l’offeso dall’offensore?
Troppo ed è pure una difesa e un arrocamento senza frutti. Benvenuto Stefano .
non è nelle mie corde, preferisco sintesi più ermetiche