Cristalli di neve erano ammassati dentro una nuvola. Tanti, troppi, stretti. Non era però ancora giunto il momento di scendere sulla Terra.
Si sa : è questione di temperatura, di umidità, di luogo, … tutti dati tecnici che obbligano alla massima attenzione. Sbagliando il momento della discesa, zac… succede il finimondo: ci si liquefa, tutto sparisce in un istante. Ma i cristalli di neve erano nati per uno scopo ben preciso: dovevano scendere in massa, silenziosi e sorprendere i terrestri ricoprendo ogni cosa.
Almeno per un po’ la terra sarebbe una grande, bianca palla di neve, interamente trasformata.
Cristallina però era impaziente. Ormai era cresciuta ed aveva l’aspetto di un cristallo raffinato, la più bella principessa del regno di Cristalia. Voleva scendere subito, forse poteva capitare in mano al Principe Azzurro, chissà che incontro di fiaba sarebbe stato.
Era difficile però sfuggire ai controlli; si scendeva dopo una attenta valutazione dei Supervisori e si poteva anche essere scartati perché considerati ancora impreparati. E allora addio partenza.
No, no, Cristallina decise che quella sera sarebbe scesa ad ogni costo. I Supervisori erano impegnati col pannello di controllo ma ogni tanto verificavano la situazione aprendo uno sportello minuscolo, così che l’ambiente interno non subisse conseguenze dannose. Cristallina si affiancò al controllore addetto alla verifica esterna. Era molto emozionata, quasi quasi per l’agitazione si fratturava e allora addio bellezza, addio tutto. Si impegnò con tutta se stessa per essere all’altezza della situazione : doveva conservare la sua splendida struttura che non aveva uguali nel Regno di Cristalia.
Appena poté, guizzò nella fessura che si era aperta e scivolò nel buio cullandosi nel vento. Non era aria di tempesta e si godeva il viaggio anche perché, man mano che si abituava all’oscurità, cominciò a vedere le stelle. Strepitose, ce n’erano una infinità, il cielo era davvero terso quella notte. Capiva ora perché avevano ritardato la discesa in massa delle sue sorelle: mancavano le nubi a pecorelle, quelle che dovevano ricoprire il cielo in modo uniforme.
Vabbè, Cristallina non ci pensò più ai problemi tecnici: era felice di trovarsi fuori dal Regno, in caduta, pronta a toccare Terra. La sua attenzione venne catturata da una stella straordinaria: aveva una coda immensa e tagliava in due parti il cielo. E come lo illuminava!
La Principessa di Cristalia ormai cominciava a cogliere le luci delle città ma soprattutto sentiva una musica meravigliosa, avrebbe detto un coro d’angeli .Era possibile? Di solito si va nei teatri per ascoltare un coro così bello! Forse si stava dirigendo verso al città. Proprio ciò che Cristallina desiderava.
Il vento però la sospingeva verso la campagna. Quando se ne accorse, si impegnò con tutta se stessa per cambiare direzione. Come avrebbe fatto sennò a incontrare un principe, di notte, nelle campagne desolate? Ma non ce la faceva proprio: scivolava lieve verso le colline, ecco sentiva già qualche scampanellio di greggi. Che fosse finita tra i pastori? Lei così bella ed elegante, così desiderosa di trovarsi tra mani principesche? Ebbene sì, stava proprio cadendo in mezzo a un gregge di pecore, tra pastori piuttosto male in arnese, sentì anche un muggito, toh! Era capitata dentro una stalla.
Dal soffitto a travi sconnesse era proprio caduta sulle guance di un Bambino. Prima di sciogliersi fece in tempo a vedere un volto di donna, dolcissimo, e la sua mano che raccoglieva lei, la carezzava, sorrideva proprio a lei, Cristallina. A quel fiocco di neve candida, caduto improvviso sul Bimbo. Uno splendido cristallo di neve, immenso, lucente, che raccoglieva in sé tutta la luce delle stelle e della cometa, era sceso quella notte dal cielo e annunciava la nascita di suo figlio Gesù.
Cristallina per la prima volta in vita si sentì sciogliere, sentiva crescere sulle ciglia un tremolio di pianto. Oddio , così sarebbe sparita, non avrebbe incontrato Il Principe Azzurro che aveva tanto sospirato. Cercò di raggelarsi, di fare la sostenuta, di conservare quella bella struttura cristallina che l’aveva resa la principessa più bella di Cristalia. La mamma intanto allungò le braccia verso il Bambino e lo avvicinò al suo viso, cullandolo e quel cristallo di neve, oramai tenero e sfatto, divenne una goccia : di pianto o di sorriso?
D’improvviso dal cielo cominciarono a fioccare mille e mille cristalli di neve: un esercito di fiocchi alla ricerca della loro Principessa e pian piano colline, pascoli e greggi si coprirono di un bianco manto. Gli alberi nudi divennero lucenti di mille luminarie, le casupole malandate sembravano regge, nel silenzio ovattato un bimbo piangeva cullato, davvero, da un coro d’angeli e sul tetto della stalla si era posata quella cometa che tanto aveva stupito Cristallina. Nella notte bianca una lunga processione di uomini, donne, greggi e bambini, e re avanzava verso la capanna. Cristallina era ora invisibile goccia divenuta vapore accanto al bue e all’asinello e sorrideva di tanta bellezza. Chissà quando le sarebbe accaduto di rivivere una tale emozione! Forse un anno o più di mille ? Lo spirito di Crsitallina non era mutato con l’aspetto. Impaziente come sempre, l’esile vapore cominciò a salire e ritrovò la fessura sul tetto da cui era entrata. Ora cercava di tornare veloce a Cristalia per riprendere il lavoro di costruzione e diventare ancora cristallo di neve e poter così tornare il prima possibile in quella capanna. Già le mancava tanto.
Che dolce e bella questa fiaba, da rivivere in questi ns. giorni, alle prese come siamo di tanti fatti e preoccupazioni. Ci regali un momento di sogno in cui rifuggono, non solo i bambini… ma soprattutto i grandi, grazie sorella, un bacio altrettanto dolce, Dario