Troppi amori ” eterni”, troppe attrazioni immense segnate da grande violenza.Non è certo amore il sentimento che porta a gesti così estremi. Piuttosto segno di grande egoismo, di orgoglio esasperato, di senso del possesso.
Amare non è possedere l’altro, il suo corpo, al sua anima, il suo IO.
A quanti, uomini e donne, d’ogni tempo e nazione, è accaduto di sentirsi dire: “ No, basta. La nostra storia è finita”?
Penso che tutti abbiamo incassato qualche no di questo tipo nella vita. Ma non per questo si disintegra la nostra personalità. Non per questo si cessa di vivere. A meno che non si sia messo al centro della propria esistenza “l’altro” .
Certo, se il baricentro attorno al quale ruota la nostra vita è esterno a noi, l’equilibrio è precario. Facile cadere, perdersi, morire e far morire.
Ricordo le parole di Gibran ne “Il Profeta”.
“ Datevi il vostro cuore, ma non lo date in custodia uno dell’altro. Perché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori. E state insieme ma non troppo vicini. Poiché le colonne del tempio sono distanziate e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro. “
Troppo spesso la violenza (in tante forme) viene esaltata, sottolineata.Come si fa a restare impermeabili a tanti messaggi negativi ? A maggior ragione se non sono bilanciati da una altrettanto forte promozione di comportamenti positivi, di rispetto, di accoglienza, di amore vero.
Scriveva Gibran : “Amatevi vicendevolmente, ma il vostro amore non sia una prigione. Lasciate piuttosto un mare ondoso tra le due sponde delle vostre anime. “
Quello che sconvolge, oltre alla violenza, è anche la fragilità emotiva degli UOMINI, il sesso forte.
E’ una fragilità devastante, destabilizzante che paradossalmente rende le donne superiori anche nel gestire l’abbandono, il tradimento, le difficoltà della vita.
Forse perché la donna conosce il dono supremo di mettere al mondo un figlio e sa cosa significa soffrire per dare la vita.
Chissà?
Un saluto, Laura