Osservo un girasole cresciuto spontaneo tra i sassolini del mio giardino e lo confronto con un cespuglio di rose del giardino di una lussuosa villa.
Facile dire che la rosa è più bella, con tutte le cure che riceve :dal terreno speciale in cui affonda ai concimi ormonali per stimolare crescita e colore, alle cura antiparassitarie, all’acqua fatta cadere a volontà quando serve, al drenaggio del terreno perché respiri meglio e via dicendo.
Ma in realtà quale tra le due piante è la vincente?
Quella così curata, coccolata, viziata dalle intense cure riservatele ? O non piuttosto il gigantesco girasole sbocciato da un seme caduto per caso in terreno ostile, terra secca, sassi, non concimi né antiparassitari? Solo acqua del cielo e sole e la cura affettiva con cui lo seguo giorno per giorno nel suo sviluppo?
Spontaneamente applico queste riflessioni,scaturite dal mondo floreale, al mondo umano e mi chiedo:
Chi è il vincente tra due persone: l’una nata e cresciuta in un ambiente favorevole, per ricchezza e cultura, fama, rilevanza sociale e la seconda di famiglia povera, di risorse economiche e di stimoli?
La tentazione forte è di considerare la prima come l’esempio della creatura sempre vincente, abituata a emergere su tutti, a ottenere facili successi.
Ma io guardo con occhio maggiormente benevolo alla seconda perché la vedo impegnata a tirar fuori da se stessa ciò che il mondo non le ha regalato, con fatica, costanza, sacrificio.
Sboccia con difficoltà ma sarà abituata a sfidare le avversità della vita. Cosa non scontata per chi vive sin dai primi giorni negli agi e nelle comodità.
La facile e superficiale classificazione che si è portati a fare distinguendo tra “ vincenti” e perdenti” in base a ciò che di primo acchito appare agli occhi non coincide con la realtà.
Ho incontrato spesso straordinarie persone nella così detta categoria dei “ vinti” solo che la loro grandezza non brilla in un mondo di plastica che preferisce una mela , grossa, colorata, lucida, perfetta all’apparenza a un’altra meno brillante ma sana, gustosa, sugosa, vera, cresciuta perché sia frutto nutriente per chi la sceglie e non oggetto di bellezza da esporre.
Il così detto “ perdente” lo è spesso secondo un metro di valutazione che segue le mode sociali. Il “ vincente” però lo screma e lo sceglie la vita.