Strani brividi nell’aria che sa di primavera
non solo zefiri
soffiano sull’anima
grattano la scorza
emerge un mondo di pensieri incastrati sotto scatole vuote
appare tutto il dolore che affligge
un mondo rinsecchito
è tempo che dal terriccio coperto di cemento
sbuchino germogli
li chiama il vento
la mano di un bambino che accarezza un cane
dal volto triste
sconsolato essere abbandonato
come me
come te
nell’inutile frastuono che bombarda intorno.