A Eli piaceva osservare il cielo di sera, prima di andare a letto. Aveva un debole per la luna. Osservava le fasi, sapeva quando cresceva, quando calava… gobba a ponente luna crescente, gobba a levante, luna calante.
Le era simpatica soprattutto quando la vedeva piena, tonda come il pallone con cui giocava. La sua luce entrava dalla finestra arrivando coi raggi al suo letto e le faceva compagnia.
Coi genitori faceva lunghe passeggiate, anche di sera e loro raccontavano di pianeti e galassie e di stelle. La mamma aveva detto che nel firmamento stavano “ milioni, milioni e milioni di stelle”. Erano quelle piccole luci intermittenti che sembravano fare l’occhiolino quando le guardavi. Avevano tutte un nome. Proprio come le persone.
Alcune preferivano vivere sole, altre invece amavano stare in compagnia. Formavano gruppi luminosi, quasi classi di scuola: le costellazioni. Sera dopo sera Eli osservava attenta questo mondo buio e così pieno di luci:
Orione, Il piccolo e Grande Carro, i Gemelli, il Toro,…Erano proprio tante. Chissà se avrebbe imparato a conoscerle tutte.
Una sera stava sul prato di casa quando sentì un bisbiglio provenire dal cielo. Tese l’orecchio: era davvero strano ma … le stelle quella notte si parlavano!
“Mamma , papà, venite! …Venite! Ascoltate le stelle!”.
I genitori uscirono in giardino curiosi e un po’ dubbiosi. Quando mai stelle o pianeti avevano parlato? E in che lingua poi? Si misero in ascolto per scherzo, più che altro per accontentare Eli. Sapevano che era una ragazzina piena di fantasia e di certo anche stavolta si era inventata qualche stramberia.
Invece no! Aveva ragione! Era proprio vero! Nell’aria pungente di dicembre vagavano suoni mai sentiti prima. Subito non si riusciva a distinguere se erano voci o rumori. Poi, tendendo bene l’orecchio, cominciarono a comprendere i discorsi che in quella notte giravano per il cielo.
“ Che dici Vega? Hai tenuto conto dei giorni? Quando apparirà Cometa?”
“ Auriga, da dove arriverà Cometa? Il cielo è così grande… mi vengono le vertigini a girare la testa di continuo. Non so dove guardare”.
“ Sirio, tu che conosci Cometa, dai, dicci. Che storie ti racconta?”.
“ Cosa succederà quando arriverà Cometa?”.
Vega e Sirio erano stelle importanti.
Tra le più brillanti. Sirio poi era la più luminosa, splendeva bianca nell’aria limpida.
Auriga la costellazione, detta Cocchiere, guida dunque.
Il brusio di voci più forte e vivace proveniva da un angolo di cielo dove, osservando con attenzione, appariva un gruppetto luminoso di stelle. Simili a coriandoli soffiati dal vento. Vivaci e briose, guizzavano curiose, chiacchieravano, si urtavano. Uno spasso guardarle, difficile controllarle, soprattutto rispondere alle continue domande.
Si chiamavano Pleiadi. Praticamente era un asilo di giovani stelle. Come i ragazzi , anch’esse stavano insieme nella loro “ aula celeste”.
Sirio cominciò a narrare. Con le Pleiadi, quella notte, c’era qualcun altro che ascoltava: Eli con i genitori.
“ Ogni anno, in una notte di dicembre, sulla Terra nasce un Bambino speciale: Gesù. Solo Cometa conosce il luogo, il giorno e l’ora della sua nascita. Lei è la Regina del firmamento. Vive nella lontana nube di Oort, circondata da milioni di stelle – damigelle. Un giorno saranno loro stesse comete. Avanza con l’immensa chioma e la lunga coda. Lei è la Guida. Quando appare l’intero universo sa che nascerà Gesù. Seguendola si arriva alla Capanna, dove Gesù appare. “
“ Anche noi, anche noi!!! esclamarono in coro le Pleiadi.
“ Purtroppo non è tutto così semplice” proseguì con aria un po’ triste Sirio. “ Non tutti possono vederla. Sapete perché? Perchè Cometa ha un nemico, geloso della sua bellezza e del suo successo. Così ogni anno, quando lei si avvicina alla Terra, le tende una trappola.”
“ Chi è? “ chiese a gran voce il rosso Marte.
Sirio riprese:
“ Il suo nome è ONGAR NEBULA. Col solo pensiero crea ragnatele invisibili , le stende nel firmamento e chi vi si impiglia, stella o pianeta o cometa, diventa invisibile fino a sparire. Tanto Cometa è buona, tanto Ongar Nebula è cattivo. E furbo. Difficile vincerlo perché le sue armi sono davvero speciali. Cometa sa che se attraversa le sue ragnatele non solo diventa invisibile ma si spegne del tutto.
Perchè dovete sapere che questi fili aderiscono al suo corpo e imprigionandola ne assorbono l’ energia. Energia che ricarica Ongar Nebula che in questo modo diventa sempre più grande e forte.”
“ Io voglio aiutare Cometa “ esclamò a gran voce Giove, il gigante.
“ Io ho paura ! Non voglio più girare per il cielo! E se casco dentro le sue ragnatele? Come faccio? ” esclamò Stellina accompagnata dal coro spaventato delle Pleiadi.
A dire il vero, sulla Terra anche Eli rabbrividì e così pure i genitori che stavano con lei. E ve lo assicuro ragazzi: non era un tremito di freddo. Era il brivido che prende il cuore e lo stringe. Era paura.
Sirio riprese il racconto:
“Sì, è vero, bisogna stare molto attenti a non inciampare nei suoi tranelli. Perchè aspirando energia da ciò che lo circonda rende tutto oscuro: spariscono i sorrisi, la gioia, scoppiano liti e guerre. La sua azione malvagia incupisce il mondo.
Ma anche Ongar Nebula ha le sue paure. Una grande gli viene quando arriva Cometa. Lui sa che chi ne vede la luce diventa insensibile alle sue trappole e sa poi trovare la strada che porta alla Capanna. Può così assistere alla nascita di Gesù. Per ogni persona che vede Cometa , Ongar Nebula perde energia e si indebolisce. Vi ho detto infatti che lui vive della energia che ruba agli altri. Da molti anni sta perdendo potere, lui lo sente. Per questo diventa sempre più imprevedibile e cattivo. Sa che la sua fine si avvicina di anno in anno.”
“ E noi ? Potremo vedere Cometa e seguirla fino alla Capanna? Anche noi vogliamo vedere il Bambino “ esclamarono le Pleiadi.
“ Come possiamo fermare Ongar Nebula?” chiesero i Gemelli un po’ spavaldi.
Sospirando Sirio riprese.
“ Oh! Beh! Se è per questo, Cometa è brava! Si fa sempre più grande e luminosa in quelle notti, proprio per mostrarsi a tutti. Tuttavia le ragnatele oscure di Ongar Nebula impediscono a qualcuno di vederla e così perde l’appuntamento di Natale. Quando succede Ongar Nebula ride a creapelle. Anche noi possiamo sentirlo in certe notti. La sua risata sembra un rombo di tuono e l’eco la diffonde ovunque. E proprio in quei momenti Cometa piange. Chi osserva il firmamento vede allora cadere una pioggia luminosa e pensa “ Quante stelle cadenti! Che belle! “ E non sa che quelle gocce luminose sono lacrime di Cometa.
“ Io voglio vedere Cometa non le sue lacrime” esclamò Stellina col labbro tremante pronto al pianto.
“Io voglio combattere Ongar Nebula ” esclamò Auriga con tono deciso .
Si intromisero nel discorso tanti altri, stelle e pianeti, dichiarandosi pronti al combattimento.
Sirio carezzando Stellina intervenne:
“ Calma calma. Già ci pensa Cometa a vincere le trappole del malvagio Ongar. Quest’anno sarà più luminosa del solito, grande quanto la Luna. Però è vero. Non basta. Noi dobbiamo darle una mano. Grandi e piccoli. Anche voi Pleiadi.
Io so come fare. Ascoltatemi bene. Non è necessario essere soldati, o essere forzuti. La sola vera arma che Ongar Nebula teme è il Canto dell’Universo.”
I più scalmanati del gruppo ci rimasero un po’ male:
“ Ongar vinto col canto?”
Pareva troppo semplice e banale. Loro già pensavano a qualche bella rissa, qualche colpo di Karate per stendere l’invincibile Ongar.
Ma le loro fantasie vennero subito cancellate dalle parole di Sirio:
“ Avete capito bene. Il Canto dell’Universo è l’arma che sconfigge Ongar Nebula. Perciò noi , subito, da questa notte, apriremo una scuola di musica. Ogni stella, come in un gioco a staffetta, affiderà ad un’altra stella lo stesso annuncio. Dall’alba al tramonto, dalla sera al mattino, l’intero mondo vibrerà al suono della stessa musica, dell’ unico canto: “Pace!”.
Questa parola, cantata in ogni angolo dell’Universo, dissolve le invisibili ragnatele di Ongar Nebula. Lui ha terrore di udire questa parola magica: PACE. Sa che nessun cuore resiste al suo richiamo, che si spalancherà come una cassaforte. E in quel preciso momento cadrà il velo che oscurava Cometa ed essa brillerà in tutto il suo splendore. Tutti allora potranno seguirla e arrivare al Bambino. E Ongar Nebula sparirà per sempre.”
“ OH!” coretto delle Pleiadi rimaste a bocca aperta.
“Quindi – concluse Sirio – diamoci da fare senza perdere un attimo e cominciamo la lezione di canto”.
Eli, che aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo, aprì i polmoni per cantare a squarciagola. Aveva capito bene che anche lei avrebbe potuto partecipare alla grande battaglia e aiutare Cometa.
Il giorno dopo, ancora elettrizzata per l’accaduto, raccontò ai compagni di scuola e alla maestra la incredibile storia udita quella notte. Invitò tutti a seguire con grande impegno il coro delle stelle, a cantare insieme. Era necessario che il mondo intero risuonasse di quell’unico canto. E tutti avrebbero visto Cometa.
La proposta di Eli venne accolta con entusiasmo. Un passaparola veloce si diffuse in ogni angolo della città e nei paesi vicini, contagiando persone e luoghi via via più lontani. Sera dopo sera, sempre più persone si unirono a quel canto che prometteva vittoria nella battaglia tra Ongar Nebula e Cometa. Ragazzi, genitori, nonni, amici uscivano di sera per ascoltare nel silenzio il Canto dell’Universo e impararlo. Perfino animali e piante si unirono a quella moltitudine e il canto si diffuse dal cielo alla Terra tutta.
Finché una notte, maestosa, comparve, Cometa. Era grande come la luna. Impossibile non vederla .
Che strano! Cometa stava entrando nella sua casa! Ma no! Scendeva sulla Terra. Entrava in tante altre case! In ogni casa. In tanti paesi. Dappertutto .
Ma che succedeva? C’era festa sulle strade, un fiume di gente. Si salutava, sorrideva, si dava la mano.
Era nato il Bambino e tutti, ma proprio tutti, quella notte lo avevano visto.
E PACE era scesa sulla Terra.
Silvana Dal Cero