Flatlandia

Abbiamo camminato sulla riva destra del Brenta.

Il vento soffiava fresco allontanando calura e afa, il corso d’acqua faceva il resto.

Perchè caldo è caldo ma così non pareva proprio.

Ho letto cartelli con notizie storiche di 4 chiesette antiche di età medievale sulle cui rive sorgevano dei guadi.

Immaginavo i pellegrini camminare per viottoli senza anima viva, senza città, bisognosi di alloggio, di medicine. Di cure, di vitto.

E di preghiera.

Queste chiese erano abitate da eremiti.

S.Bortolo, S. Pancrazio sulla riva sinistra.

Sulla destra S. Biagio, S. Donato.

Mi parlano di tempi dove Dio albergava nei cuori e nella mente, era presente nell’aria che si respirava.

Dio, la Provvidenza erano nell’acqua, nei fiumi, nelle piante.

Ora Dio lo abbiamo relegato lontano, al di fuori del nostro orizzonte.

Non è una meta da raggiungere, un obiettivo da conoscere e da conquistare.

Il mondo su cui camminiamo è piatto, come Flatlandia.

Già sono poche, per i voli dello spirito, tre dimensioni, perchè impoverirci da soli, tagliarci delle possibilità di viaggiare in un mondo a 4, 5,  n-dimensioni?

Perchè precluderci la possibilità di sperimentare mondi nuovi, noi che amiamo così tanto l’esplorare?

Il fatto è che ci muoviamo con i paraocchi.Mentali.

Abbiamo perduto la meraviglia e lo stupore, stiamo smarrendo la capacità di vedere e di sentire a colori.

Tutto piatto, bianco e nero.

Possiamo prenotare i viaggi più spettacolari nelle migliori agenzie ma se non abbiamo  accesa dentro noi la molla della curiosità, dell’entusiasmo, del piacere di scoprire e di godere, beh!, ogni luogo si equivale.

 flatlandia

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