Sono solo un filo dentro la trama della vita eppure voglio comprendere il disegno che in qualche modo io stessa compongo, vorrei vedere il Tutto o almeno sentirlo.
Penso alla vita come a una rete che tutto comprende.
I fili che la compongono spesso si incrociano e formano un nodo.
Ecco, immagino noi creature come “ nodi” visibili di questo intreccio, punti di incontro di relazioni e scambi incessanti, molteplici.
In equilibrio dinamico, variabile tra un minimo e un massimo compatibile con le condizioni di esistenza che conosciamo e sperimentiamo per e su noi stessi.
Ma uscendo da questa “ finestra compatibile con le forme di vita a noi note”, l’essere non sparisce, semplicemente si trasforma in un ” qualcosa d’altro”.
La “ rottura della rete” non comporta il nulla bensì un cambiamento.
Come ogni crisi porta ad un mutamento così la “ crisi morte” porta a una trasformazione .
Chi muore diviene ” altro”, da noi solo immaginato.
E anche questo nuovo essere, che immagino di complessità superiore al nostro, costituisce un “ nodo” della stessa trama solo che per vederlo nella sua realtà dovremmo usare “ una lente di ingrandimento” speciale.
Forse per noi la fede.
I nostri occhi percepiscono le onde luminose comprese tra il rosso e il violetto eppure ne esistono altre oltre le strette finestre a noi, per ora, accessibili.
C’è tutto un universo sconosciuto a noi umani che i mistici di ogni credo e tempo riuscivano a”vedere”.
Il filo conduttore di questa rete di cui siamo parte è l’amore, l’unica forma di energia che si trasmette senza perdite, ovunque, in ogni direzione.
L’amore è la chiave di volta di tutto il nostro esistere.