Da tempo cammino con te su strade sempre più nebbiose.
Un ricordo svanito, una parola dimenticata,passioni via via accantonate e spente.
Hai cominciato a sentirti in diritto di non affaccendarti come prima.
Hai ceduto il passo ad altri più giovani.
Cìò che è rimasto vivo è il mondo degli affetti: una voce, un nome, un ricordo accendono il sorriso, ti lasci andare al moto dolce del cuore:
“ Che contenta che son che te si qua!”
“ Quanto te vui ben!”
Il tuo linguaggio un po’ alla volta è diventato filastrocca rimata.
Ora la nebbia è diventata folta ed densa. San Martino è arrivato e non solo climaticamente.
Vivi avvolta dalla tua stessa voce, sempre più rauca. Canti, canti cercando la rima, ininterrottamente.
Il filo del discorso abbandonato come un gomitolo srotolato di cui cerchi di afferrare invano il capo.
Proiettata altrove.
Ancora si affaccia, sempre meno spesso, lo sguardo attento dai tuoi occhi sempre più piccoli, ristrette fessure che non hanno bisogno di vedere in modo terreno, la vista è ora nella mente tua.
Si affacciano paure, richieste di amore, di coccole, quanti baci chiedi!!!
E dai!
Ti accompagno ancora e ti tengo la mano, io non vedo per niente la strada che tu percorri a occhi chiusi, io non vedo e ti seguo cercando di immaginare i mondi che ti si aprono.
Piccola ora sei, spariti i figli, i nipoti, le persone intorno sono di volta in volta mamma, papà, zio, sorella, fratello.
Cerchi la tua casa natale, la mamma ti aspetta dici, sta in pensiero…
Se ti contornano i nipoti piccoli ancora gusti la bellezza della vita, esclami : “Giusto che ci siano i bambini, meglio che ci siano i bambini”.
Dunque un barlume della realtà circostante a volte ti tocca ancora.
La tenerezza invade i miei gesti, lo sguardo con cui ti guardo, ti vedo, ti penso e immagino,..
Le foto che a volte sfoglio mostrano una donna giovane che non so più dove è andata, ove si è smarrita, perduta….
O forse no: stai partendo verso il Tutto e lasci progressivamente la terrena te stessa per rivestirti di nuovo.
Forse non è la festa di S. Martino bensì la festa di Valentino:
“ O Valentino vestito di nuovo come le brocche del biancospino…” .
Per te è una nuova primavera quando per noi è ancora autunno.
Ma il ciclo della vita è inarrestabile e pure le stagioni si rincorrono e il tempo non ha sempre, né per tutti, lo stesso passo. Un giorno chi è già partito incontrerà chi ancora è qui e sarà per tutti la stessa stagione.