Sabato ho preparato vasi con talee, trapiantato piante, raccolto bulbi.
Per portarli nella nuova casa. Si avvicina il giorno del fine-trasloco.
Mi prende la fretta di raccogliere quanta più vita possibile, certo mai la stessa,
sempre nuovi frutti, rami, foglie in giardino,
cresciuti da piante interrate con le mie mani,
da semi da me concimati.
Un Pirus, o Cotogno del Giappone, ha attecchito, e così due ortensie.
E pure la salvia.
In un vaso c’è un Clerodendro. Un seme caduto è germinato spontaneamente.
Ora è un alberello.
Altre cose ho raccolto e preparato: un rosaio, tre lamponi, alcuni oleandri.
Tutti vivi.
Vita cresciuta, fiorita, ora tolta, solo per trapiantarla, quasi benedizione,
in altra terra, in altra casa.
Seconda vita per tutti noi, anche per le piante del cuore.
Ho pure le bellissime calle e i ciclamini.
Ora vedrò di dar vita a quattro tronchetti della felicità potando la vitale pianta che si è piegata e arcuata.
In questi lunghi anni ha raccolto le emozioni degli abitanti della casa,
le ha vissute su di sè, seguendo la direzione della loro vita,
contorcendosi e ripiegandosi a cercar sempre Luce.
Quasi essere arboreo io stessa, la linfa colma di energia fluiva da frutti, rami, foglie
a me.