Laura incontrò la bimba nel vigneto.
Era seduta nel campo dove lavoravano mamma e papà.
La piantagione era nuova, lo testimoniavano le giovani piante e i numerosi sassi di quel terreno calcareo che affioravano continuamente man mano che venivano raccolti.
Lei giocava, coi sassi, cercava quelli più strani, per colore, per forma.
“ Che fai ?” chiese Laura alla bimba.
Quella alzò leggermente il capo, le mani colme di sassolini, cercava con curiosità sul terreno
“Giochiamo” rispose.
Con la sorellina, di un anno forse maggiore, facevano mercato.
Tra le mani teneva numerosi sassolini calcarei rotondi a forma di monetina.
“ Guarda” continuò. “Schei, di tanti tipi. Ne avevano infatti di piccini piccini, di grandi, bianchi, rossicci, lisci, granulosi.
“Nummuliti” mormorò tra sé Laura. Le bimbe non sapevano di avere tra le mani tracce di lontane vite terrestri, millenni di storia erano passati. Su quelle colline un tempo si stendeva il mare, anzi era il fondale di una calda laguna tropicale.
Anche gli antichi avevano chiamato quei resti fossili “ monete”.
Loro, ignare e gioconde, passavano il tempo giocando con poco o niente, immerse nel sole e nel silenzio della collina.
Laura osservò quella testolina tutta riccia e scapigliata, mossa dal vento, serenamente immersa nel corso della vita, nulla sapeva del passato nulla immaginava del futuro. Viveva l’attimo presente, colmo delle presenze di mamma, papà, sorellina. Cielo e terra si abbracciavano nel sole.
Laura allungò la mano. Per accarezzare.
Sorrisi e curiosità, parole giocose e silenzio, i volti e gli sguardi assorti a rimirare ciò che sopravviveva dei molluschi un tempo presenti nelle calde acque della laguna.
Forse da lì era nata la sua curiosità, per la Terra, il cielo, per l’intero universo cui quella bimba apparteneva in modo così totale.