Nel caldo pomeriggio Alice spalancò il frigorifero alla ricerca di acqua fredda! Oh! Bere e rinfrescare ogni singola cellula!
La delusione sgranò i suoi occhi mentre l’arsura feriva ogni singola porzione di respiro e di corpo. Il calore si moltiplicava come dentro una fornace.
Aveva scordato di riempire la caraffa.
Poi vide: la bottiglia di sciroppo di sambuco era lì, freddo nella bottiglia preparata ai primi arrivi di primavera.
Dentro il bicchiere d’acqua di rubinetto versò tre dita di sciroppo.
Lo avvicinò alle labbra assetate… e non fu più la cucina.
Si trovò tra fronde bianche cascanti dei sambuchi in fiore: contornavano le rive del fiume, era fresco verde, era fresco bianco, era fresco azzurro.
Stava sotto quei cespugli fioriti e beveva e dissetava ogni singola parte di sé, inondata dal profumo irresistibile del sambuco che le sorrideva ora, felice della di lei gratitudine.
“Son fiorito per te” pareva le dicesse, lei vedeva i mazzi raccolti, beveva e odorava il sapore fresco delle fette di limone, l’odore dolce del fiore rinforzato dallo zucchero, occhieggiavano insieme dai vasi ricolmi che aveva ordinatamente disposto sul tavolo.
Ogni tanto li capovolgeva così che tutto si riempisse di tutto e si mescolasse ben bene. Ed ora si dissetava di bontà e bellezza.
Era lì per lei, fonte di gioia, di beatitudine, di abbondanza.
Sì, quello sciroppo era dono della dea dell’abbondanza.
L’ultima goccia scivolò nell’ugola rinfrescata.
Alice si ritrovò in cucina, era tornata dal viaggio nella primavera, lungo il fiume, tra il sambuco in fiore, come sposa lei stessa infiorata di lunghe vesti bianche.
Madre Natura, amata amante, le aveva donato le chiavi per aprire il suo verde mondo.
Bello
grazie!!!