Sole e freddo, bellissimo giorno. Fuori l’uva è stata divorata dagli uccelli, ne vedevo l’ombra sul muro del terrazzino, non dovevo affacciarmi, neppure al vetro, sennò fuggivano.
Ascolto musiche di Clayderman, al piano, evocano tempi leggeri, fuggiti, passati, non persi, raccolti in qualche onda lontana dell’Universo poiché tutto è sempre nello stesso momento, il tempo non esiste, lo abbiamo creato noi per le nostre necessità.
Il famoso Entanglement dimostra che se tocchi una particella, prima vissuta insieme ad un’altra, vibrano istantaneamente entrambe allo stesso modo. L’istantaneità dice che il tempo non esiste, ora e sempre, particolare e universale, particella e tutto, sopra e sotto, tutto è tutto allo stesso modo, nello stesso istante. Forse questo lo comprendiamo proprio quando lasciamo il corpo e non abbiamo più i limiti della nostra umanità.
La fisica quantistica mi scombussola e mi affascina, Giordano Bruno 600 anni fa l’aveva intuito o forse “visto”. Eresia per quei tempi un simile pensiero e difatti lo hanno bruciato vivo sul rogo.
I momenti di solitudine e tristezza svaniscono al pensiero che non sono mai sola, anche se mi sembra di esserlo. Sono in ogni istante collegata al TUTTO.