Ho presentato il mio libro Vaia, lo Spirito del Vento a Marcesina 4 anni dopo il passaggio della tempesta.
Tutto è accaduto con poesia, merito del luogo, dell’atmosfera del tramonto, della musica, degli spettatori e di Paolo Zanarella, il pianista “fuori posto”, che si è inserito nella narrazione con bravura, tatto, misura e una grande intesa. Un momento intenso, vissuto quasi come un momento di guarigione per la montagna sconvolta, per i cuori feriti.
I presenti erano lì dopo aver macinato km su strade dissestate. Erano lì non per caso ma perché chiamati dalla montagna.
Marcesina chiede di vivere ancora, di essere abitata, popolata, rinverdita. Chiede rinascita.
E lì tutti noi, per un qualche magico istante, abbiamo colto, udito la sua voce, ma anche la sua pace, il suo sorriso perchè ieri Marcesina non era sola né frequentata da turisti “mordi e fuggi”.
Ieri era “abitata” da esseri umani che conoscevano il linguaggio dei prati, del cielo, dei boschi rovinati, dei grandi cimiteri di ceppaie: quelle radici grigie emergevano dalla terra come lapidi nei cimiteri di guerra.
Quasi un secolo dopo la distruzione subita per la Grande Guerra, Marcesina ha conosciuto un altro tipo di devastazione.
Ma ieri, in quel brullo deserto, regnava il silenzio armonioso attraversato da parole di speranza e di Amore. Tutto era color verde: l’ambiente, il cuore, il futuro che vedevamo srotolarsi lì davanti a noi.
Ieri ho toccato con mano che INSIEME, come accade nelle fiabe, tutto è possibile.