Risveglio

Si svegliò allo squillo del telefono. In realtà aveva aperto gli occhi molto prima, si era pure alzata a bersi una calda tisana solo che poi se ne era tornata a letto.

Che motivo aveva di vestirsi così presto, di uscire? Per giunta nella notte era nevicato.

Aveva realizzato che era già un’opera d’arte mantenersi in buono stato, come si fa coi beni artistici e architettonici.

Non che questo pensiero la lusingasse eh! Solo che il suo spirito non accettava l’idea di ritrovarsi acciaccata.

Così si era rimessa al caldo, sotto le coperte.

E si era mezza addormentata.

Poi il telefono, la chiacchierata con l’amica l’aveva rianimata, si era preparata il caffè, aveva trovato un motivo per mettersi in moto.

Affrontare la vita, viverla, non subirla, non paventarla.

A sua volta aveva chiamato altre persone. Magari ognuna di loro aspettava uno squillo per ritrovarsi in quella bianca mattina a tu per tu con la vita.

Si era poi data da fare per preparare qualche specialità.

La cucina l’aveva impegnata tanto tempo per tanti anni, la famiglia era numerosa, di buon appetito e buongustaia.

Poi si sedette al computer a scrivere per narrare. Cosa?

La vita.

Per fortuna la fantasia e la penna rimanevano attive e aprivano orizzonti nuovi, spalancavano usci anche nel bianco freddo del giorno.

Le parole dette, scritte, cantate, aprivano canali comunicativi.

In fondo ognuno di noi” – si disse – “aspetta un tocco per togliere i veli appannati dal cuore e scoprire la meraviglia della vita che si ricrea incessante”.

La musica accompagnava pensieri, sogni passati e futuri.

L’oboe! Alessandro Marcello, concerto in D minore.

Che emozioni sbocciavano! Concerti ascoltati mano nella mano, ritornava un pizzico di rimpianto per quell’oboe d’argento rimasto solo desiderio.

Immaginava una presenza accanto e non era solo immagine. Sentiva sulla spalla un calore nuovo.

 

Dimmi cosa ne pensi, te ne sarei grata.