2024 – ma Era del Rinnovamento

La Terra era tutta un luccichio dorato, alberi, stelle e forme svariate brillavano appese per le vie delle città, sugli alberi veri e finti, sui davanzali, nelle vetrine. Brillavano anche in maniera esplosiva e inattesa, e queste erano luci roboanti, diffondevano rimbombi cupi, boati.

“Ma – dicevano – non spaventatevi. È la guerra. Ogni tanto, si sa, è necessario che scoppi sennò il pianeta scoppia di vita. Ogni tanto servono la purificazione e la desertificazione per poter infine rifare ogni cosa nuova: dalle città alle fabbriche, dai boschi agli umani. Insomma, un Altro Mondo.”

Sai quante volte si era ripetuto questo rinnovamento? Bastava studiare: sui cyber libri trovavi la lunga lista delle Ere del Rinnovamento. Questa in cui vivevano Tommaso e Sibilla era la 2023 – ma e durava da troppo tempo. Sì, chiunque capiva che quelle luci esplosive erano necessarie e pazienza se al cielo, con il fumo e i bagliori, salivano brandelli di qualche forma di vita terrestre. Questo era un sacrificio molto ambito. Oh! quanti esseri cercavano di salire al cielo insieme con i tecnoscoppi. Si proponevano volontari, sarebbero stati semi del Nuovo e chi non avrebbe voluto essere dentro la Storia di persona? Diventare, essere un seme, sterminato e metamorfico nello stesso istante, anziché restare l’ibridoumano n. 23.000.000. 000? 

Per secoli chiunque avrebbe potuto leggere sulla stele piramidale il suo numeronome. Non più indistinto e numerico essere ma piuttosto individuo!!! Parola abolita da moltissime Ere eppure usata in via eccezionale per celebrare quanti, volontariamente, avevano scelto di divenire semi dell’Altro Mondo. Eroi che il Pianeta doveva ricordare. Martiri del Rinnovamento. Ne esistevano molti, la Scienzia emanava bandi per reclutare esseri sempre nuovi, tutto era gestito nella trasparenza e con spirito democratico. Per progredire, per rinnovare il Pianeta serviva la sperimentazione e per sperimentare servivano nuovi esseri. Era un percorso ad ostacoli e lungo il cammino ci sarebbero stati sacrifici ma… ohhhh! Quanto sognati, desiderati, ambiti! Soprattutto dagli spiriti giovani.

Metamorfizzarsi, divenire altro in nome del progresso era, vien da dire, il futuro più agognato. Scegliere questa carriera comportava fama, successo e una vita colma di comodità. In cambio poi di che cosa? Di un Sì detto spontaneamente per il Bene di Tutti.

Tommaso e Sibilla però erano due tipi speciali, troppo speciali, chissà come erano sfuggiti alla fase di ibridazione ed erano geneticamente degli Umani Puri! Per forza faticavano ad inserirsi nelle attività proposte dalla tecnobio – scuola. Erano privi di particolari circuiti bionici, marchiati da una eccessiva forma di originalità. Pertanto erano esseri contagiosi e imprevedibili. Non esisteva cura possibile per una tale forma di malattia genetica. Diciamo che erano dei dis-ultrabili nella 2023 – ma Era del Rinnovamento. Loro non se ne curavano né parevano troppo soffrire di essere tardi e lenti rispetto ai coetanei. Decisamente non si rendevano conto di essere così diversi e insufficienti rispetto alla normalità sociale.

Però preoccupavano gli studiosi Comportamentisti poiché erano refrattari ad ogni forma di condizionamento psichico-emotivo e si correva il rischio che queste loro caratteristiche fossero contaminanti. Emanavano libertà!

Il sogno degli studiosi Avanguardisti era far sì che divenissero i volontari per la realizzazione della 2024 – ma Era del Rinnovamento. Si sarebbero disintegrati e metamorfizzati, scomparendo agli occhi ibridoumani con tutte le loro dis-ultrabilità. Finché camminavano sul Pianeta erano la prova manifesta che anche la Scienzia poteva sbagliare con le sue alchimie. Nulla di più vergognoso per i Tecnocrati aspiranti al 1924 – mo Premio Ibridoumano. Già! Come si poteva affascinarli e trasformarli in Volontari per il Bene di Tutti?

Di questo dilemma Sibilla e Tommaso erano all’oscuro e a dirla tutta, se pure ne fossero stati a conoscenza, non se ne sarebbero curati per niente. Che volete! Erano ribelli nel Dna, sfuggiti al condizionamento, la loro intelligenza era fiorita così tanto da essere considerata eccessiva e come tale pericolosa per il Pianeta Terra e le sue cicliche Ere di Rinnovamento.

Si avvicinava la Festa del Rinnovamento, cadeva da tempo immemorabile il 25 dicembre, Festa del Sole, festa della Luce ed ora Festa di inizio della 2024 – ma Era. Il mondo era addobbato, luci fantasmagoriche nel cielo, di giorno e di notte proiettavano nell’aria densa pellicolata gli eventi più famosi delle Ere passate. Il tutto accompagnato da musiche ritmate, lente, penetranti e ad ogni svolta epocale tutto era sottolineato da rullio di tamburi capaci di penetrare nell’intimo di ogni mente e di ogni cuore.

Gli ibridoumnai già si radunavano come sciami, ridendo, piangendo, catene di abbracci rendevano la fiumana incontenibile. Al raduno ipnotico mancavano però Tommaso e Sibilla. Li avevano cercati ovunque sguinzagliando ogni ordine di Forze dotate di sofisticati strumenti di individuazione. Invano.

Non si poteva attendere oltre, con loro o senza di loro, era necessario entrare nella nuova Era di Rinnovamento, i Volontari erano saliti sulla rampa di lancio, bastava soltanto dar fuoco alla miccia, come accadeva nell’antichissimo passato durante il Regno della Inquisizione. La marea ibridoumana ansimava nel silenzio che si faceva istante dopo istante sempre più profondo.

Ed ecco una musica risuonare nelle alte sfere celesti, mai prima udita: Si spandeva attraversando l’aria da est a ovest, da nord a sud. A quel suono la massa si disfaceva dileguandosi senza rumore, oltrepassando le vie, i recinti, le mura, le case, spandendosi come formiche attratte dal miele. Tommaso e Sibilla osservavano al Telemonitor immagini provenienti da ogni angolo della Terra. Erano esperti in campo tecnologico, ve l’ho detto quant’ erano intelligenti! Ed ora sfruttavano la Cimatica per creare forme sociali nuove provocate da questa nuova musica scoperta in un vecchio armonium di una vecchissima chiesa di un antiquato villaggio nel quale erano giunti sfuggendo al sistema.

Sibilla e Tommaso non si erano mai riconosciuti come parti indistinte di un unico alveare. Si sentivano individui pensanti, incapaci di lasciarsi assimilare dal pensiero imperante. Si riconobbero l’un l’altro dallo sguardo fiero e trapassante, dal passo svelto e deciso, dalla stretta di mano asciutta e vigorosa. Incontro casuale ma intesa a prima vista.

Pianificarono la fuga prima di essere intercettati dai predatori di coscienze che li governavano.

Capitati nel silenzio di uno sperduto grumo di case, furono attratti dalle rovine di un tempio. Come antichi archeologi, scavarono in ogni dove alla ricerca di tracce della vita di un tempo. E trovarono quello strumento, singhiozzante ormai, eppure capace di far risuonare tra le volte del tempio note mai udite e tra i cassetti rovistati ecco uscire fasci di fogli ingialliti colmi di righe e segni, per loro ignoti geroglifici.

Lentamente, ma non tanto, impararono a conoscere quella lingua musicale e, rimesso in sesto lo strumento, cominciarono a suonarlo. Fu così che ne scoprirono la potenza: la musica che usciva da quei tasti modellava il mondo intorno, case, alberi e pure i loro cuori e le loro menti. Erano degli archeologi sì, musicali!

E compresero in quel momento che essere sfuggiti al condizionamento non era stata una mera fortuna personale. Era un dono ricevuto gratuitamente che, a loro volta, dovevano regalare per restituire all’umanità la libertà perduta.

Avevano pianificato ogni cosa: sarebbero arrivati in incognito all’appuntamento del 25 dicembre, occasione propizia per mettersi in comunicazione con il mondo intero nello stesso istante e far udire a tutti, proprio a tutti, quella musica che aveva il potere di rimodellare il mondo e i suoi abitanti.

 La musica, che ora risuonava, cancellava ogni condizionamento restituendo a ciascuno la propria unica, irripetibile, specificità.

Tommaso e Sibilla iniziarono a cantare: Fermarono i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù….

Dimmi cosa ne pensi, te ne sarei grata.