I giorni e l’ombra: Recensione di Marisa Cecchetti


I Giorni e  l’ombra
Poesia – Biblioteca dei Leoni, LCE edizioni 2014
A lettura finita rimane l’impressione di una luce che attraversa le pagine della raccolta I giorni e l’ombra di Silvana Dal Cero.
Se intorno c’è dolore, la luce divina dà la forza di sopportare: “Esplode il cuore/volano cocci/al tocco della tua luce/che si fa strada/ nella pietraia/che mi avvolge”. Lui, infatti, la fonte di questa luce, è una presenza che non abbandona, che si fa trovare, che ci aspetta sul nostro cammino, pronta ad apparire e rispondere anche all’anima che non l’ha mai cercata: “di fronte alla resa/ di chi vede/e riconosce/il proprio niente/tu appari/e rispondi”. Una presenza amorevole che ci porta fuori dal “nullabuio”: “compressa dal nullabuio/mi hai spalancato alla luce”. C’è una tensione costante, un desiderio di quella solarità suprema, sciolti i legami con la materia: “Non zavorra Signore ai miei piedi/ma ali/che io possa strappare i legami/con questa troppo umana terra”.
Non c’è rimpianto per i giorni terreni che cadono pesanti uno dietro l’altro, bensì un desiderio di raggiungere la leggerezza e l’amore che tutto comprende: “Là dove le miserie/non toccano corpi e anime/. Là dove è solo amore”.Non c’è paura, perché Lui è un Dio buono, è puro pensiero.
Se la prima sezione della raccolta ha un registro e un ritmo che talora ci fanno pensare alla poesia religiosa medioevale o al ritmo delle laudi di chiesa: “Mare delle possibilità/mare di salvezza/mare per nuovi lidi/mare delle tempeste/mare della tranquillità/mare del dolore/mare dell’affido/mare dell’oblio/mare delle certezze/mare delle tue braccia/mio infinito Dio e Signore”, la seconda parte, Frammenti d’onda, si sofferma sul ritorno all’energia dalla quale tutto è partito: “onde noi/partite dalla riva/un giorno/onde che ritornano/ alla riva”.
E ancora: “Quanti di luce/diverremo./Flusso di vita”. Tutto è suggellato dal ricordo del big bang, con la potenza del pensiero superiore che lo ha voluto: “Un buco di luce/era il tutto./Poi un suono/tradusse/immagini in forme/era il mondo”.
A conferma e commento mi ritorna Vito Mancuso che, nel suo libro, Il principio passione (Garzanti 2013), in nota riporta una affermazione di Max Planck, il padre della teoria dei quanti: “Dal momento, però, che in tutto il mondo fisico non esiste né una forza intelligente né una forza eterna…noi dobbiamo assumere dietro questa forza uno spirito cosciente intelligente.
Questo spirito è il fondamento di tutte le cose materiali”.

Marisa Cecchetti

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